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Quali sono i costi di un conto corrente

Quali sono i costi di un conto corrente

Strumento principe per la gestione del denaro, il conto corrente permette di depositare i risparmi e fruire di servizi bancari come accredito stipendio e pensione, bonifici, addebiti diretti e domiciliazione delle bollette. Poiché consente transazioni, quello bancario rientra nella categoria dei conti di pagamento. Ma ovviamente ci sono dei costi da sostenere.

I più recenti diffusi da Bankitalia rivelano che la spesa media per la gestione di un conto tradizionale è salita in un anno di quasi 10 euro, passando da 94,7 euro a 104 euro. La spesa annua di gestione di un conto online è invece risultata pari a 33,7 euro (+0,7 euro).

Vediamo quali sono le voci di costo da monitorare per tenere sotto controllo la spesa e risparmiare.

Quanto costa un conto corrente oggi

La rilevazione, svolta nel 2023, è stata condotta su 12.000 conti bancari e 1.085 conti online. L’incremento registrato nella consueta indagine annuale condotta dalla Banca d’Italia si riferisce ai costi 2022. In linea di massima, la voce di costo che ha subito il maggiore incremento è quella dei canoni.

L’aumento generale è infatti dovuto al rincaro di spese fisse (+5,9 euro) e variabili (+3,4 euro), mentre le commissioni sono risultate invariate. Quella di istruttoria sugli sconfinamenti è diminuita da 16,9 a 16,4 euro.

Più contenuti i rincari di spesa per la gestione dei conti postali: da 58 a 59,6 euro.

Quali sono i costi di un conto corrente

Per ogni conto corrente ci sono canoni fissi e costi variabili. I primi sono quelli che bisogna sostenere per aprire il conto, i secondi sono quelli il cui ammontare dipende dal numero di operazioni che si effettuano.

Per fare qualche esempio nella lista dei costi di un conto troviamo l’imposta di bollo, le commissioni per operazioni dai bonifici ai prelievi fino alla domiciliazione delle bollette e l’emissione di un assegno, carta bancomat, l’estratto conto, l’invio (cartaceo) delle comunicazioni fino alle spese per lo scoperto e quelle di chiusura periodica o di liquidazione.

Quali voci controllare per capire quanto si spende

Le  spese fisse (pari a a 72,8 euro nell’ultima indagine Bankitalia) rappresentano il 70% della spesa di gestione di un conto. Nel 2022 sono cresciute di 5,9 euro a causa del rincaro dei canoni di base e per le spese di gestione ed emissione delle carte di pagamento (debito, credito e prepagate).

Le spese variabili incidono per il rimanente 30% e sono pari a 31 euro (+3,4 euro rispetto all’anno precedente). L’aumento dei costi è dovuto al crescente numero di operazioni, mentre le commissioni sono rimaste invariate.

Oneri e commissioni

Per quanto riguarda interessi e commissioni su affidamenti e sconfinamenti:

  • la commissione di istruttoria veloce (CIV) per gli sconfinamenti è determinata in misura fissa e in valore assoluto;
  • la commissione per la messa a disposizione fondi (MDF) è proporzionale all’importo e alla durata dell’affidamento.

Per quali clienti costa di più il conto bancario

La spesa di gestione varia anche in base alla clientela: è meno elevata per chi effettua operazioni semplici (giovani, famiglie e pensionati) mentre aumenta in relazione a servizi più sofisticati.

Nel 2022, i clienti che hanno speso meno del valore ICC (Indicatore dei Costi Complessivi) è stato il 66%. La spesa dei relativi conti è stata pari a 88,1 euro rispetto ad un ICC di 231,6 euro.

Per il rimanente 34% la spesa di gestione è stata pari a 134,4 euro rispetto ad un ICC di 58 euro.

Per quanto concerne la remunerazione dei depositi, il 78,7% dei clienti senza scoperti o sconfinamenti ha detenuto una giacenza media di 7.665 euro (93 euro in più rispetto all’anno precedente).

Il tasso di remunerazione della somma sul conto è stato pari allo 0,2% (era pari allo 0,3 nel 2021).

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