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Sospensione cautelare dal servizio senza stipendio, ad eccezione dell’assegno alimentare pari al 50% circa delle spettanze. Un provvedimento praticamente dovuto quello erogato dalla commissione Ufficio Provvedimenti Disciplinari del Comune di Aversa che ascolterà i diretti interessati per un’eventuale conferma o prosieguo del provvedimento a partire dal 5 febbraio prossimo. Commissione composta dal segretario generale Giovanni Schiano di Colella Lavina, dalla dirigente dell’area Servizi Finanziari Gemma Accardo e dalla funzionaria amministrativa Rosa Mosca che ha sostituito il dirigente Giovanni Gangi, ricompreso tra gli indagati raggiunti dai provvedimenti cautelari.
Proprio queste assenze hanno provocato non pochi problemi al commissario straordinario di Aversa, Gerardina Basilicata, che si trova davanti ad assenze importanti in settori cruciali della casa comunale.
Ad essere in panne è anche il settore dei dirigenti, tant’è che la commissaria è stata costretta a firmare il conferimento di incarichi ad interim all’interno dell’amministrazione comunale per fare fronte all’emergenza di personale che si è acuita a causa dell’inchiesta che coinvolge – oltre i tredici raggiunti dalle misure cautelari – anche altri 9 che avrebbero avuto comportamenti truffaldini, ma con episodi limitati.
Per il momento, l’interim è caduto sul segretario generale Giovanni Schiano di Colella Lavina, mentre quello dell’area Servizi al cittadino vede come destinatario la dirigente dell’area Finanziaria, Gemma Accardo. Una situazione che rischia di mettere a rischio la trasferta romana, al ministero del lavoro, del dirigente Stefano Guarino, ex comandante dei vigili urbani, che potrebbe vedere interrompersi il suo distacco a Roma vista la necessità urgente di dirigenti nella città normanna.
Riprendono, intanto, questa mattina gli interrogatori di garanzia di alcuni dei 13 dipendenti comunali raggiunti da provvedimenti cautelari (uno ai domiciliari e dodici con divieto di dimora ad Aversa) per truffa avendo marcato in maniera presuntivamente fraudolenta i cartellini di presenza.
L’unico degli arrestati ai domiciliari è Paolo Ruscigno, difeso dall’avvocato Maurizio Abbate. Ruscigno è in pensione dal primo giugno dello scorso anno e anche per questo è stata chiesta la revoca della misura cautelare. Al funzionario sono state contestate in un anno (per tutto il 2022) assenze giustificate con servizi esterni che non avrebbe svolto. Per questo è stato calcolato un danno finanziario per l’ente di circa novemila euro che gli sono stati sequestrati, in via cautelare. Gli indagati al momento ascoltati hanno spiegato che le timbrature fatte anche per conto di altri colleghi era in uso nei giorni di martedì e giovedì – quando è previsto il rientro pomeridiano – con l’esigenza di timbrare il cartellino per aver diritto al buono pasto. Con una certa frequenza, quindi, capitava che uno degli impiegati timbrasse anche per gli altri che continuavano a stare in ufficio.
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