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Lead ≠ Pipeline: trasformare il rumore in ricavi

C’è un momento in cui il cruscotto “spara” numeri confortanti: più visite, più lead, più demo prenotate. Poi guardi il conto economico… e non si muove. Se ti è capitato, probabilmente stai confondendo lead con pipeline. Il primo è rumore potenziale, la seconda è energia organizzata che scorre — con passaggi chiari, responsabilità esplicite e decisioni fissate in agenda.

In questo articolo (discorsivo ma operativo) mettiamo ordine: cos’è davvero una pipeline di vendita B2B, come si progetta in modo “vivo” nel CRM, come allineare marketing e sales con uno SLA che azzera i buchi, quali KPI contano e come leggere i colli di bottiglia. Niente fuffa: check-list, tabelle, esempi di exit criteria, un piano 14 giorni per ripartire.

La scena tipica: “abbiamo parlato con tanti”, ma nessuno decide

Sara guida una PMI B2B di servizi. Negli ultimi tre mesi ha raddoppiato i lead con webinar, LinkedIn e campagne. Il commerciale “non sta dietro a tutto”, il marketing sembra una centrale elettrica… eppure le firme non crescono. Perché?

Quando entri in questi contesti, trovi tre dinamiche ricorrenti:

  1. Definizioni ambigue: MQL, SQL e “opportunità” significano cose diverse per team diversi.
  2. Handoff confuso: ciò che marketing passa a sales non contiene contesto; ciò che sales restituisce a marketing non contiene apprendimento.
  3. CRM-cimitero: tanti record, pochi stati significativi, nessun next step fissato con data e owner.

Traduzione: la “macchina” prende aria da tutte le parti. E se la pressi con più lead, amplifichi i difetti.

Cos’è una pipeline di vendita B2B “viva”

Una pipeline di vendita B2B non è una lista di aziende “in giro”; è una sequenza di stati che riduce l’incertezza man mano che si procede. Ogni stato ha uno scopo (cosa vogliamo apprendere o decidere qui), criteri di uscita scritti (exit criteria) e un prossimo passo calendato.

Esempio di pipeline snella (6 stadi)

StadioScopoExit criteria (esempi)
QualificazioneCapire se vale la pena proseguireICP coerente, ruolo decisionale noto, pain urgente, finestra temporale realistica
ScopertaComprendere contesto e impatto3–5 problemi prioritari mappati, impatto stimato, sponsor interno identificato
SoluzioneAllineare soluzione e outcomeproposta 1-pager inviata, consenso su KPI e tempi, next step concordato
ValidazioneRidurre rischio percepitoreferenze/case mostrati, eventuale pilot disegnato, buying committee mappato
DecisioneChiudere su termini e timingresponsabile firma, procurement/IT allineati, data decisione in agenda
ChiusuraEsito + motivovinto/perso/no-decision loggato, motivo standardizzato, handoff a delivery/CS

Regola d’oro: se non puoi dire con certezza perché un deal è ancora nello stadio X e cosa serve per portarlo nello stadio Y, la pipeline non è progettata, è solo un elenco.

Definizioni condivise: MQL, SQL, Opportunity (senza religioni)

Le etichette contano solo se aiutano a decidere. Ecco un set minimale e pragmatico:

  • MQL (Marketing Qualified Lead): contatto che risponde all’ICP + segnale d’interesse esplicito (es. ha richiesto demo o scaricato un contenuto decisionale).
  • SQL (Sales Qualified Lead): MQL che ha superato una chiamata di qualifica con criteri minimi chiari (ruolo coinvolto, problema rilevante, finestra < 6 mesi).
  • Opportunity: SQL con proposta/soluzione concordata e sponsor riconosciuto.

Se preferisci un modello più “scientifico” del vecchio BANT, usa una matrice Fit × Intent:

  • Fit (A/B/C): quanto l’azienda è in ICP (dimensione, settore, stack, maturità).
  • Intent (alto/medio/basso): quanto è caldo il bisogno (trigger recenti, milestone, budget aperto).

Promuovi a SQL gli A/alto e B/alto; tieni in nurture gli altri.

Scoring oggettivo: basta “mi sembra buono”

Scrivi 5–7 criteri con punteggio (+/-). Esempio semplice:

  • Ruolo decisionale (C-level/VP) +2
  • Pain urgente documentato +2
  • Milestone imminente (es. nuovo trimestre, lancio) +1
  • Fit tecnico (stack compatibile) +1
  • No budget/finestra > 9 mesi -2
  • Solo curiosità/formazione -2

Stabilisci una soglia (es. ≥3 per passare a SQL). Questo evita discussioni sterili e accelera le scelte.

SLA Marketing → Sales: il “contratto operativo”

Uno SLA non è una formalità: è il modo in cui eviti che i lead si raffreddino o che le informazioni si perdano.

Esempio di SLA di base

  • Tempo di presa in carico: ogni MQL viene preso in carico da Sales entro 4 ore lavorative.
  • Primo contatto: entro 24 ore con messaggio personalizzato che cita il trigger (non un template generico).
  • Esito obbligatorio nel CRM: tentativi, note, prossimi passi.
  • Ritorno a marketing: se il MQL non supera i criteri SQL, viene etichettato con motivo standard (fit, timing, persona sbagliata, ecc.).
  • Review settimanale congiunta: 30’ su numeri → blocchi → decisioni.

Nota: lo SLA funziona solo se vive nel CRM (campi e automazioni) e nella riunione (agenda fissa). Un PDF in Drive non sposta nulla.

Handoff “con contesto”: il payload minimo da passare

Il pacchetto che marketing passa a sales dovrebbe contenere:

  • Fonte & contenuto visti (e.g. “ha scaricato Decision Guide X, ha visto Case Y”)
  • Trigger (evento aziendale: funding, hiring, cambio tool, nuova sede)
  • Persona (ruolo, seniority, funzione)
  • Note (messaggi scambiati, temi caldi emersi)
  • Punteggio Fit × Intent

Sales restituisce:

  • Esito qualifica (SQL/non SQL) e motivo
  • Obiezioni emerse (per aggiornare contenuti e playbook)
  • Prossimi step o rientro in nurture con tag coerente

Questo è il feedback loop che trasforma lead in apprendimento — e l’apprendimento in pipeline migliore.

CRM “usabile”: pochi campi, stadi chiari, task e note

Un CRM utile ha pochi campi obbligatori, scritti in modo da essere riempibili in 60 secondi dal venditore. Metti quelli che cambiano il comportamento (non quelli “belli da avere”):

Campi minimi raccomandati

  • Stadio (picklist)
  • Exit criteria soddisfatti? (checkbox rapida)
  • Ruolo persona di riferimento (picklist)
  • Pain principale (short text con hint “usa le parole del cliente”)
  • Finestra temporale (picklist: <3m / 3–6m / >6m / unknown)
  • Prossimo passo (data + descrizione breve)
  • Owner interno

Routine di igiene

  • Deduplica settimanale
  • Task sempre legati a data e persona
  • Note con tag standard (es. “OBIEZIONE: prezzo” / “RISCHIO: IT”)
  • Review 30’ ogni settimana: si spostano i deal fermi, si chiudono quelli “zombie”

Progettare gli exit criteria (la chiave per sbloccare i colli)

Gli exit criteria sono la porta tra gli stadi. Devono essere binari: sì/no. Esempi:

  • Qualificazione → Scoperta: ICP coerente + ruolo decisionale individuato + pain urgente (sì/no)
  • Scoperta → Soluzione: 3 obiettivi documentati + impatto economico stimato + sponsor (sì/no)
  • Soluzione → Validazione: proposta 1-pager condivisa + KPI concordati + next step con data (sì/no)
  • Validazione → Decisione: referenze/pilot completati + comitato mappato + procurement allineato (sì/no)

Se non soddisfi gli exit criteria, non “trascini avanti”: pianifichi un prossimo passo o archivi. La pipeline respira.

KPI essenziali: pochi, chiari, azionabili

Prendi 8–10 indicatori che guardi ogni settimana:

  • MQL → SQL (%) = SQL / MQL
  • SQL → Opportunity (%) = Opp / SQL
  • Opp → Win (%) = Won / Opp
  • Sales cycle (mediano) per segmento
  • Deal size (mediano)
  • Pipeline coverage = Valore Opp aperte / Target periodo
  • Tempo medio nello stadio (per stadio)
  • Motivi di perdita (top 3, %)

Se un KPI non anticipa una decisione (cosa tagliare, cosa potenziare), è un ornamento: toglilo dalla dashboard.

Triage veloce: dove si rompe… e come riparare

  • MQL→SQL basso?
    Possibili cause: ICP vago, lead magnet “curiosi”, primo contatto lento/generico.
    Rimedi: riscrivi ICP + scoring; cambia CTA (decisionale, non educativo); SLA 4h/24h; primo messaggio con trigger citato.
  • SQL→Opportunity basso?
    Cause: discovery povera, proposta confusa, nessun KPI concordato.
    Rimedi: playbook domande; proposta 1-pager; exit criteria “KPI & next step fissati”.
  • Opportunity→Win basso?
    Cause: rischio percepito alto, buying committee invisibile, procurement ignorato.
    Rimedi: referenze/pilot; pagina per ruolo (CEO/CFO/CTO/Sales); “security/legal pack”; timeline “no surprise”.
  • Sales cycle lungo in uno stadio?
    Cause: nessun next step, attese asimmetriche, materiali che arrivano tardi.
    Rimedi: data per ogni passo, template materiali per fase, reminder automatici.

Esempio narrativo: due settimane che cambiano la musica

Tornando a Sara. L’analisi ha mostrato un imbuto tra MQL e SQL. Lead tanti, qualifica bassa. In 14 giorni abbiamo:

  1. Stretto l’ICP (PMI tech 20–100 persone, CRM già in uso, problema MQL→SQL).
  2. Introdotto scoring (soglia ≥3) e SLA 4h/24h.
  3. Riscritto il primo contatto: niente template, 5 righe con trigger, pain ipotizzato e micro-commitment (“15’ per capire se ha senso”).
  4. Messo a terra exit criteria binari per passare di stadio.
  5. Avviato una weekly di 30’ con pipeline review: numeri → blocchi → decisioni.

Risultato in 6 settimane: MQL→SQL dal 18% al 36%, ciclo -12 giorni, meno trattative trascinate. Non magia: ordine.

Email e note “che lavorano” (due esempi concreti)

Primo contatto (dopo richiesta guida/risorsa)

Ciao [Nome], ho visto che hai scaricato la Decision Guide su [tema].
In aziende simili alla tua (20–80 FTE, team sales 5–10) vediamo spesso un collo di bottiglia tra MQL e SQL.
Se è il tuo caso, posso mostrarti in 15’ come misuriamo e sblocchiamo quel passaggio senza stravolgere lo stack.
Ti va martedì alle 9:30 o mercoledì alle 15?

Nota CRM post-call (usabile per chiunque)

  • Pain: MQL→SQL al 12%, lead da content troppo “curiosi”
  • Impatto: ciclo lungo, carico su sales, pipeline “gonfia”
  • Prossimo passo: inviare 1-pager con KPI & exit criteria → call con CFO venerdì 11:00
  • Rischi: IT teme integrazioni; chiedono referenze mid-market

Queste micro-attenzioni compattano la memoria dell’azienda: chiunque apra il record capisce subito a che punto siamo e cosa serve.

Piano “reset” in 14 giorni

Giorno 1–2 — Pulizia & definizioni

  • Scrivi MQL/SQL/Opportunity e exit criteria in 1 pagina.
  • Elimina campi superflui dal CRM; aggiungi “Prossimo passo (data)”.

Giorno 3–5 — SLA & primo contatto

  • Imposta SLA 4h/24h con automazioni (task + alert).
  • Riscrivi il messaggio di primo contatto con trigger e micro-commitment.

Giorno 6–8 — Scoring & ICP

  • Crea scoring (Fit × Intent) con soglia; aggiorna form e lead capture.
  • Allinea marketing su contenuti decisione (comparativi, case) vs educational.

Giorno 9–11 — Pipeline & playbook

  • Ridisegna stadi e exit criteria; crea proposta 1-pager.
  • Aggiungi 6–8 domande “diagnosi” nel talk track.

Giorno 12–14 — Rituale & dashboard

  • Avvia weekly 30’ (numeri → blocchi → decisioni).
  • Dashboard con 8 KPI; rimuovi tutto il resto.

Fin dal giorno 15 la pipeline inizierà a “scorrere” in modo più leggibile. Alcuni deal si chiuderanno prima (anche in perdita: bene così), i arriveranno con meno tiramolla.

FAQ schiette

Serve cambiare tool per avere una pipeline seria?
Quasi mai. Serve ridurre campi, scrivere exit criteria, mettere date e owner. Gli strumenti attuali vanno benissimo con regole chiare.

Meglio più lead o lead migliori?
Sempre migliori. La quantità amplifica i problemi; la qualità li evidenzia e ti costringe a risolverli.

Quanto dettaglio nel CRM?
Il minimo che cambia i comportamenti. Se un campo non guida una decisione o un’azione, è “peso morto”.

Come tratto i “no decision”?
Sono oro. Logga motivo standard, manda recap di quanto servirebbe per ripartire e metti un promemoria a 60/90 giorni.

Chiudiamo il cerchio

“Lead” è il rumore che la tua macchina fa quando qualcuno la sente passare. Pipeline è il movimento interno dei pistoni: organizzato, cadenzato, pieno di attrito positivo. Se vuoi che il contagiri coincida col tachimetro, progetta la tua pipeline di vendita B2B come un sistema vivo: definizioni poche e chiare, exit criteria binari, next step con data, SLA che non perdona, feedback che ritorna al marketing.Il bello è che non ti serve un progetto epico. Ti servono 14 giorni di disciplina e un paio di riunioni fatte bene. Dopo, potrai permetterti il lusso di “spingere” davvero — sapendo che la macchina non disperde più energia a caso, ma la trasforma in strada percorsa. E in firme.