E’ doveroso tornare a parlare del dissesto, alla luce del recente resoconto dell’Osl al Comune di Benevento che con deliberazione numero 2203 dello scorso 23 novembre, ha proposto al Comune l’adesione alla modalità semplificata di definizione del dissesto ex articolo 258 del Testo Unico degli Enti Locali. La firma in calce al documento di tutti e tre i membri dell’attuale organismo capitanato dal presidente Bruschi attesta che è possibile, dopo sette anni, chiudere questa pagina delicatissima della storia recente della città e della sua finanza pubblica. E finalmente fa chiarezza sui numeri, assai ballerini e molto spesso utilizzati a mo di clava politica dall’attuale, in massima parte, ma pure dalla passata amministrazione del secondo Pepe.
I numeri e quelli non mentono mai.
Il documento vergato da Bruschi, Collosi e Giunta fa parlare i numeri, quelli veri, e dice testualmente che la massa passiva complessiva da istanze presentate è di 121.903.495,88 € da cui è da sottrarre 77.630.787,62 € che è l’importo delle istanze escluse totalmente o parzialmente. Il che da un importo ammesso con sommaria delibazione di 44.272.708,26 €. A tutto ciò vanno aggiunti però 750.000,00 € di spese della liquidazione preventivata più 160.268,62 € di istanze sospese. La cifra che ne deriva e che è quella che alla fine fa giustizia di tutte le voci precedenti ed è di 45.182.976, 88 €. E questa è la massa passiva reale del Comune di Benevento, poco meno di cento miliardi delle vecchie lire.
Ora, di questi 45 mln di euro il fabbisogno dell’Osl è di 28.105.620,79 ma sul conto corrente bancario l’organismo dispone di 26.621.235,62 e va da se che il Comune, al 23 novembre 2023, non ha ancora corrisposto all’Osl 1.509.712,19 cosa che porterebbe la quota in dotazione a 28.130.947,81 €. Il dissesto, dal canto suo, dispone al momento di una massa attiva pari a 4.373.962,64 € di gestione vincolata e 832,22 € per la gestione ordinaria.
Questi numeri autorizzano Bruschi e i suoi collaboratori a proporre all’Amministrazione “l’adozione della modalità semplificata e la liquidazione dei debiti rientranti nel dissesto ex articolo 258 del TUEL” con la Giunta che avrà trenta giorni di tempo per deliberare mettendo a disposizione dell’Osl risorse finanziarie, unitamente a quelle nella disponibilità dell’organismo, che coprano almeno il 50% del fabbisogno complessivo oltre all’importo calcolato per i debiti privilegiati che è del 100%.
Queste sono le cifre, si presume definitive, “tertium non datur”, intorno alle quali si articola la chiusura dello stato di dissesto e su queste bisogna confrontarsi, non c’è più spazio per azioni demagogiche o di mero opportunismo politico.
Rebus sic stantibus, le opposizioni invocano a gran voce un Consiglio monotematico sull’argomento. “La chiusura della procedura del dissesto è una buona notizia ma non ‘sana’ i troppi errori commessi né si può pensare di mettere una pietra sopra le tante incongruenze e le tante criticità emerse in questi sette lunghi anni”, dice Vizzi Sguera consigliere e segretario provinciale di AZIONE. Sguera, in maniera sibillina, sfida Mastella. “Faccia i nomi degli assessori delle giunte precedenti che ritiene responsabili del fallimento dell’Ente e dei “disastri” amministrativi ereditati dal passato e spesso denunciati a mezzo stampa.”, sapendo che taluni sono tuttora in carica.
La stessa richiesta arriva da Alternativa per Benevento. “Non possono bastare poche righe di una nota stampa a fugare tutti i dubbi. Per questo ci aspettiamo venga convocato al più presto io Consiglio Comunale ‘ad hoc’ così come richiesto da dodici consiglieri. È all’intera assise, e dunque alla Città, che il presidente dell’Organismo Straordinario di Liquidazione deve relazionare sullo stato dell’arte del processo di uscita dal default.” Non sappiamo se Bruschi e soci siano tenuti a farlo, l’assessore Serluca ha detto che non è possibile costringere chicchessia a fare ciò che non ritiene opportuno e vivaddio. Bruschi, che è persona assai “compos sui” e che non ha bisogno dell’imbeccata di nessuno potrebbe anche aderire a questa richiesta; sarebbe il suo un intervento autorevole e libero da qualsivoglia condizionamento nell’esclusivo e totale interesse della Città e dei suoi spesso distratti abitanti. Lo ascolterebbero tutti i religioso silenzio.
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