Secondo un rapporto del Fraser Institute, Singapore possiede l’economia più libera al mondo. Ma la Farnesina è di un’altra opinione. Quanto alle libertà civili e politiche, che il think tank canadese considera legate alle libertà economiche, la condizione della città-stato asiatica non è ottima.
Singapore è l’economia più libera al mondo, anche più di Hong Kong, dice un rapporto del think tank canadese Fraser Institute ripreso dalle agenzie di stampa e dai quotidiani italiani e non solo. Ma è davvero così?
Per la prima volta dal 1970, cioè da quando il Fraser Institute ha iniziato a pubblicare il suo Economic Freedom of the World Index, Hong Kong ha perso il titolo di economia più libera del pianeta conquistato da Singapore. Sia la regione speciale cinese e sia la città-stato sono effettivamente due importanti centri finanziari e commerciali d’Asia e del mondo, ma è difficile definirle “libere”.
IN COSA CONSISTE IL RAPPORTO DEL FRASER INSTITUTE
Il rapporto del Fraser Institute misura in ultima istanza la libertà economica degli individui, vale a dire la loro capacità di prendere decisioni economiche in autonomia. Tra i fattori presi in considerazione ci sono la facilità del commercio internazionale, la libertà di ingresso e di concorrenza nei mercati e le normative commerciali.
L’edizione 2023 dell’indice fa riferimento alla situazione del 2021, l’ultimo anno per il quale sono disponibili dati su tutti i parametri analizzati in tutti i paesi esaminati.
LIBERTÀ ECONOMICA E LIBERTÀ CIVILI. EPPURE, HONG KONG…
A detta del think tank, esiste una correlazione tra libertà economica e libertà civili e politiche: Matthew Mitchell, senior fellow del Fraser Institute, ha parlato appunto di una “connessione intima” tra i due aspetti. È proprio la fine della semi-autonomia politica rispetto alla Cina, dopo l’introduzione della legge sulla sicurezza nazionale del 2020, la causa della perdita del primato di Hong Kong: la nuova legge cinese, tra le altre cose, punisce con il carcere a vita i reati di secessione e di sedizione.
Le repressioni del Partito comunista cinese, riconosce Mitchell, “unite agli sforzi del governo per controllare il settore privato, hanno inevitabilmente portato a una diminuzione della libertà economica. La prosperità di Hong Kong probabilmente ne risentirà”.
Il think tank parla di nuove barriere regolatorie all’ingresso nei mercati, costi di business più alti e limiti alle assunzioni di lavoratori stranieri. Ciononostante, Hong Kong conserva un dignitosissimo secondo posto nell’ultima edizione del rapporto.
L’ASCESA DI SINGAPORE
Al declino di Hong Kong è corrisposta l’ascesa di Singapore, che nell’edizione 2022 dell’Economic Freedom of the World Index era al secondo posto. “Grazie ai miglioramenti nei parametri della dimensione del governo e della regolamentazione, il punteggio complessivo di Singapore è aumentato di 0,06 punti, conquistando la prima posizione”.
Al terzo posto della classifica c’è la Svizzera, al quarto la Nuova Zelanda e al quinto gli Stati Uniti. Il Regno Unito è al nono posto, la Germania al 23°, la Francia al 47° e l’Italia al 53°. La Cina, che controlla Hong Kong, è al 111° posto.
MA SINGAPORE È DAVVERO COSÌ LIBERA?
La versione di Singapore data dal Fraser Institute è molto diversa da ciò che si legge su infoMercatiEsteri, il sito del ministero degli Esteri che fornisce, appunto, informazioni sui mercati esteri alle aziende italiane. “La politica economica di Singapore è tradizionalmente interventista”, spiega il portale, aggiornato al marzo 2022. “Il governo è direttamente coinvolto nella gestione dell’economia, non solo attraverso politiche micro e macroeconomiche, bensì con la diretta proprietà di diverse imprese operanti in svariati settori”.
Per quanto riguarda il nesso tra libertà economica e libertà civili-politiche di cui parla il Fraser Institute, la situazione di Singapore è lontana dall’eccellenza. Sulla libertà di stampa, per esempio, si è posizionata al 129° posto (su 180) nel 2023 World Press Freedom Index di Reporter senza frontiere. L’indagine Freedom in the World, realizzata dalla ONG statunitense Freedom House e dedicata proprio al tracciamento dei diritti politici e delle libertà civili a livello globale, definisce Singapore “parzialmente libera” e le assegna un punteggio di 47 su 100 (dove 100 è “libero”, come la Svezia e la Finlandia, e 1 è “non libero”, come la Siria e il Tibet).
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